L’uomo e la scienza
Il rapporto dell’uomo nei confronti della scienza è sempre stato, nel tempo, un argomento di profondi dibattiti. Nei secoli precedenti Cartesio, Newton e la rivoluzione industriale, i nostri antenati erano in grado di cogliere la natura intuitiva, spirituale e spontanea dell’esistenza e lo scienziato era uno studioso che permeava le varie discipline all’interno di un unico crogiolo in cui fondeva insieme ogni parte del suo sapere. In seguito, Cartesio separò la coscienza dalla materia, il soggetto dall’oggetto, aprendo così la strada degli scienziati verso un processo di rigorosa evoluzione scientifica che portò rapidamente l’uomo a conoscere le componenti della natura che lo circondava e a sfruttare – per il proprio benessere – le invenzioni tecnologiche che dalla scienza erano generate.
Oggi più che mai, in una società sempre più specializzata che fa dell’informazione superficiale e didascalica il suo centro nevralgico di comunicazione inter-personale, una cultura aperta oltre le strutture disciplinari del sapere risulta essere una strada verso un importante recupero delle caratteristiche fondamentali dell’uomo: l’immaginazione creativa e la capacità di integrazione su diversi piani della realtà. Occorre guardare verso un orizzonte dove le conoscenze si collegano, le intuizioni prendono forma, dove una formula matematica rappresenta anche un concetto filosofico, dove un comportamento fisico può essere espresso da una metafora poetica.
In questo blog – nell’apposita categoria – sono presenti numerosi articoli su questo argomento e sul rapporto fra uomo moderno e scienza.