Miti e tempo ciclico

Dioniso: il vino

Foto di Lorenzo Scaramella

Vieni beato Dioniso, nato dal fuoco,
con la fronte di toro,
Bassaro e Baccheo, dai molti nomi, onnipotente,
che ti rallegri delle spade e del sangue e delle sante Menadi,
gridando evoé sull’Olimpo,
Bacco folle, dal suono rimbombante,
con il tirso come lancia, dall’ira profonda,
onorato da tutti gli dei
e dagli uomini mortali, quanti abitano la terra:
vieni, beato, danzante,
portando molta gioia a tutti.

(Inno Orfico a Dioniso)

Non deve stupire quando leggiamo che il primo amore di Dioniso fu un ragazzo. Il racconto del mito supera i limiti dei mortali per rivelarci l’essenza dell’immagine archetipica attraverso i simboli, quindi il dio degli opposti e dell’alterità non potrà mai essere relegato entro il recinto delle umane emozioni. Sebbene Dioniso fosse irresistibilmente attraente per ogni figura femminile fino a trascinarla verso la perdita di ogni inibizione, il suo approccio all’amore fu segnato dall’incontro con Ampelo, un bellissimo fanciullo che viveva tra Satiri e Sileni.

E non poteva essere altrimenti, dato il suo nome (Ampelo dal greco antico Αμπελος, «vite»). I due giovani giocavano insieme sulle rive del fiume Pattolo e Dioniso, a seguito di un sogno che riteneva premonitore, raccomandava sempre ad Ampelo di evitare accuratamente il toro e le sue corna. Un giorno Ampelo, ritrovatosi solo sull’argine del fiume, vide di fronte a sé un gigantesco toro che si abbeverava assetato e decise di sfidare le raccomandazioni di Dioniso. Così lo cavalcò e per qualche attimo sentì un’ebbrezza che nessuna belva gli aveva mai dato; guardò verso la luna e si prese gioco di Selene la quale, infuriata, mandò un tafano a pungere l’animale.

Il toro si innervosì e cominciò a correre e saltare, finché non fece cadere Ampelo e lo incornò a morte. Le lacrime di Dioniso segnarono un evento che avrebbe cambiato la sua natura e la natura del mondo: versò dell’ambrosia sulle ferite di Ampelo, nel tentativo di farlo riavere e si disperò nel pianto. Intorno a sé Eros, i Sileni, Helios e le Ore tentarono di consolarlo, senza successo. Finché giunse Atropo, una delle Moire filatrici del destino, che trasformò il corpo di Ampelo in un tralcio si vite, concedendo una nuova esistenza al ragazzo.

Dioniso colse subito il primo grappolo che nacque dalla pianta e cominciò a spremere gli acini, guardandosi le mani macchiate di rosso. Assaggiò così il nettare sulle sue dita e si accorse che nessun dio aveva in suo potere qualcosa che potesse avvicinarsi a quel liquore misto d’ambrosia. Era ciò che mancava all’esistenza e che il mondo aspettava: l’ebbrezza.

Un pensiero su “Dioniso: il vino

  • Salve fabio o dott. fabio ? avevo in precedenza contattato isabella ma forse per negligeza o forse per poca passione non ha continuato la nostra comunicazione epistolare. Volevo solo chederle info riguardo al ritrovamento e chiederle di cooperare al nostro progetto di realizzazione di un opera cinematografica sul satiro o meglio anche sulk mito di dioniso in particolare a tal proposito penso il suo contributo sia di carattere artistico-letterario la prego inviare materiale e mettersi in comunicazione con la mail fornita. La ringrazio e distinti saluti. Tra parentesi intervengono nel progetto varie associazioni di carattere culturale e forse ma dico forse alcune scuole di cinema italiane molto prestigiose. distinti saluti

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