Disgusto per le gazzette…
Quand’ero ragazzo, una delle letture che tenevo nel cassetto dei “preferiti” era l’articolo di Charles Baudelaire dal titolo “Disgusto per le Gazzette“. Ancora oggi posso confermare ciò che voleva dire il poeta, e capisco anche che dopo circa 200 anni la situazione non può che essere peggiorata.
Prendiamo ad esempio questo articolo apparso giorni fa sul sito della Repubblica: “Android, quasi 900mila app clonate: l’allarme di Trend Micro“
Il titolo è disastroso, foriero di calamità naturali e innaturali, addirittura catastrofico e naturalmente (come piace ai giornalisti) contiene la parola “allarme”. Però non lasciamoci andare al clic facile, semplicemente ri-quotando l’indirizzo di quella pagina a migliaia di nostri contatti aumentando così seriamente l’entropia della rete, ma leggiamo meglio.
Dice il breve articolo (composto da soli 3 paragrafi) che una nota società, la Trend-Micro, ha dichiarato che esisterebbero circa 900mila applicazioni Android contraffatte e che oltre la metà di esse nasconderebbe codice malware. E fin qui, il primo paragrafo dell’articolo. Ma già da subito ci viene da pensare: “come mai proprio Trend-Micro dichiara questi dati, visto che loro sono produttori e distributori di un’app su Google Play dal nome “Mobile Security & Antivirus”? Non sarà che stanno cercando di generare il panico per meglio piazzare la propria applicazione, per prepararsi il mercato?” A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca [cit. G.Andreotti].
Comunque, andiamo avanti nella lettura e scopriamo così che “Le app clonate sono state trovate tutte in store di terze parti…“.
Ah! E allora? Dov’è il problema? Sappiamo tutti che solo scaricando le applicazioni (Android/iOS) dagli “store” ufficiali (Google Play o App Store) abbiamo sufficienti garanzie di controllo di qualità sui contenuti e di tracciabilità degli autori. Se perciò mi viene voglia di scaricare un’app “clonata” da uno store anonimo e sospetto, me ne dovrò prendere tutta la responsabilità, ovviamente.
Ma allora il minaccioso titolo dell’articolo, già prende un significato diverso, che magari poteva anche essere espresso con altre parole da Repubblica.it!
Veniamo ora al terzo e ultimo paragrafo dell’articolo: “La probabilità di imbattersi in una app clonata, sottolinea il rapporto, è altissima.”
Di imbattersi in una app clonata? Quando? Dove? Passeggiando di notte per loschi vicoli oscuri o frequentando locali di dubbia fama morale?
No, l’articolo l’ha appena detto al paragrafo precedente: “Le app clonate sono state trovate tutte in store di terze parti…“, quindi la probabilità non dovrebbe affatto essere altissima se noi sugli store di terze parti non ci andiamo proprio. Anzi, a quel punto la probabilità diventa zero, ma l’articolo non lo dice.
Proviamo quindi a riscrivere la notizia sulla base di una maggiore oggettività:
“La Trend-Micro (che produce un’app AntiVirus per Android) ha recentemente dichiarato che sono in circolazione circa 900mila app clonate e sospette. Queste app risiedono solo in Store di terze parti. Attenzione quindi, non installate applicazioni scaricate da Store diversi da quelli ufficiali. Questa è sempre una buona norma di sicurezza.“
Come vedete però, in questo modo la notizia “non fa notizia“, il lettore non è portato a cliccare su quella pagina di Repubblica.it (e quindi non potrà vedere tutti i banner pubblicitari ad essa associati) e soprattutto non sarà possibile fare pubblicità occulta all’AntiVirus di TrenMicro da parte di Repubblica.it
E questa hanno il coraggio di chiamarla “informazione”.
Loro.