eBook – Democrazia editoriale?
Il fenomeno dell’ebook non riuscirà certamente – a mio parere – a far sparire la “fisicità” del libro di carta, il piacere sensoriale di sentire la pagina sotto le dita, il peso di un particolare testo a cui teniamo con amore, le note scarabocchiate sul margine della pagina con la matita spuntata.
I più noti sociologi occidentali inneggiano – con poca cautela e scarsa fiducia nell’animo umano – al nuovo traguardo tecnologico ponendo come grande vantaggio il fatto di riuscire a portarsi dietro oltre diecimila titoli in un singolo lettore di pochi grammi. Ma qual è l’esigenza di portare con sé migliaia di libri contemporaneamente? E se un solo libro pesa un chilogrammo mentre la massa del lettore digitale arriva a 600 grammi, riteniamo veramente che quella differenza di 400 grammi possa cambiarci lo stile di vita?
Con questa premessa, e vista la grande qualità di lettura che i moderni lettori digitali consentono, ho comunque accolto con curiosità e interesse questa nuova modalità di approccio ai testi stampati. Personalmente non sono riuscito a concludere la lettura di un ebook, tuttavia ritengo che ciascun essere umano debba poter fare le proprie scelte sulla base delle modalità personali che meglio si adattano alla sua indole. Se l’invenzione dell’ebook ha convertito alla lettura anche una sola persona che precedentemente non aveva l’abitudine o la tendenza a leggere libri, allora ritengo sia stata un successo.
Secondo me, però, la più interessante e positiva novità del libro digitale è rappresentata da un’altra conseguenza, spesso ignorata dai citati sociologi: l’insita democraticità della distribuzione e della vendita. Le attuali librerie digitali di tutto il mondo, infatti, non sono più schiave del monopolio editoriale delle grandi industrie al quale invece sono sottoposte le librerie tradizionali. I punti vendita online degli ebook accolgono liberamente anche i titoli delle case editrici minori, per anni ignorate dalla grande distribuzione soggiogata al cartello editoriale dei colossi del settore.
Il moderno lettore può infatti oggi scoprire un più vasto mondo a disposizione della sua lettura, usufruendo di alternative che dipendono così solo dalla sua scelta e non dalle selezioni imposte dal mercato. I costi di produzione – e quindi di vendita – di un libro digitale sono notevolmente più bassi rispetto a quello tradizionale e ciò comporta che anche una piccola casa editrice possa accedere alla stessa vetrina con pari dignità rispetto ai monopolisti del settore.
In pratica viene proposta dall’ebook una “democrazia editoriale” ormai perduta, a tutto vantaggio del lettore il quale potrà sfogliare anche il titolo altrimenti introvabile nella distribuzione tradizionale, e poi scegliere se acquistarne anche una copia “reale” e fisica. D’altronde, non tutti gli editori possono avere una grande industria o una rete televisiva alle proprie spalle…
È probabile che ben presto qualcuno si accorgerà di questa “troppa” libertà e correrà ai ripari, ma nel frattempo buona democrazia a tutti!
Questo tuo post cade con un tempismo perfetto: tornata dalla Fiera più libri più liberi mi sono proprio interrogata sulle questioni che tu riporti. Per quanto riguarda l’utilità del reader, mi trovi d’accordo, per quanto riguarda invece la diffusione del libro e il processo di democratizzazione che tu dici, se da una parte sono d’accordo con te in linea di principio, ho la sensazione che il vero problema non sia la pubblicazione quanto la posibilità di scegliere di chi acquista. In una situaizone di grande offerta e di confusione come questa, dove non ci sono criteri meritocratici per la pubblicazione, per motivi diversi nelle piccole come nelle grandi case editrici, com’è possibile fare editoria di qualtà? Pensi che l’e-book possa essere uno strumento?
Flavia, sono d’accordo con te e aggiungo che vedo l’utilità dell’ebook proprio come – seppur piccolo – ausilio a supporto della confusione generata dalla grande offerta: acquistare a basso costo una copia elettronica del libro, leggerne alcuni capitoli e – se vale la pena – acquistarne l’opera reale su carta. Questa però è solo una modalità molto personale che ritengo poter applicare a questo fenomeno ed è più valida quanto meno costa la copia dell’ebook.
Ho visto libri digitali che si discostano di soli 2-3 euro rispetto alla versione su carta: quelli – per quanto mi riguarda – se li può tenere ben stretti l’editore!