Fluendo by DMK: un originale video d’esordio
Il mare è il tuo specchio;
contempli la tua anima
nello svolgersi infinito della sua onda
(C. Baudelaire – L’uomo e il mare – 1857).
Nel raccontare il loro moderno nostos verso il mare con questo filmato dal titolo “Fluendo” [1], i tre giovani sperimentatori romani di DMK colgono l’occasione per celebrare alcuni suggestivi scorci della Città Eterna, percorsa nel suo dedalo di intricate vie da un protagonista che – nell’inconsueto abito di una muta di neoprene – appare un moderno Hermes immerso nelle quotidiane contraddizioni della Capitale. Il ragazzo con la muta sembra così “scorrere” sulle strade e tra la gente indifferente alla ricerca del bianco destriero (la sua tavola da surf) che sulle tumultuose acque del Tevere saprà ricondurlo verso le spumeggianti braccia di Poseidone.
Viene così rivissuto l’eterno rapporto che lega l’uomo all’acqua attraverso tutte le sue manifestazioni fino a giungere all’affermazione, citando le parole di Wolfang Goethe, che “simile all’acqua è l’anima dell’uomo” (Canto degli spiriti sulle acque).
Il racconto di Fluendo inizia da un risveglio, tuttavia la storia stessa potrebbe rappresentare un intero percorso onirico di cui il medesimo risveglio fa parte integrante. Non a caso, infatti, il protagonista inizia il suo percorso discendendo velocemente una scala che guida la mente dello spettatore verso la Spirale Sacra, indiscusso simbolo del viaggio interiore, della difficile strada da percorrere nella ricerca di se stessi. Solo la spessa muta di gomma consente al giovane la necessaria “separazione” dal quotidiano cittadino, preservandolo dall’intima aggressione del traffico e dalle nocive contaminazioni del caos urbano che tanto allontanano l’animo umano dai suoi preziosi momenti di riflessione.
Nella seconda parte del filmato, annunciata dai versi di Gabriele D’Annunzio (“L’onda“, dall’Alcyone), viene celebrato il maestoso rito della riunione dei corpi con le bianche creste delle onde. Le tavole accarezzano con grande rispetto l’evoluzione delle propaggini marine in una sapiente danza ricca di antiche simboliche evocazioni dell’eterno scambio fra uomo e natura. L’acqua sembra scorrere indifferente sotto i piedi dei danzatori, tuttavia in realtà li solleva, li spinge, li travolge e li abbraccia imponendo loro il ritmo della mitica rappresentazione.
Infine, il protagonista conclude la sua giornata con il ritorno verso casa fluttuando ancora tra le nutrie e gli altri (talvolta poco graditi) residenti fluviali nelle acque del biondo Tiber.
Un esordio molto promettente, con licenza Creative Commons.
Il video è disponibile anche per una visione HD direttamente sui portali di Vimeo o YouTube.
Davvero bello. Complimenti agli autori!
In più ho davvero gradito la colonna sonora, non riesco a togliermi dalla testa “So Far Away From the Sea” 🙂