Pallinux: tana libera tutti!
(…una fiaba da far leggere ai nostri figli)
In un mondo lontano, la buia Terra di Digitos popolata di sole macchine e computer, viveva e governava su tutti il malefico Mister Woo. Questo terribile dittatore era nel tempo diventato un orrendo gigante dagli occhi di fuoco che camminava tutta la giornata facendo vibrare i pesanti passi nel suo Regno, lasciando dietro di lui una scia di fumo e di terrore. Mister Woo indossava sempre un lungo, malandato e sporco cappello a cilindro che una volta doveva essere stato di colore bianco, talmente vecchio e lacero che non riusciva nemmeno a stargli dritto sulla testa.
In tutta la Terra di Digitos erano disseminati gli abitanti – i computer – segregati ciascuno in una stretta gabbia di metallo. Al suo passaggio, Mister Woo estraeva una spina dalla tasca, la collegava a un computer e dall’altro capo del filo ne succhiava tutta la linfa lasciando il poveretto nella gabbia ogni giorno più esausto e sfinito. E se capitava talvolta che uno di essi non riusciva più a riprendersi dall’aggressione di Mister Woo, il gigante si voltava e gridava verso i suoi schiavi, con quanta forza avesse in gola:
«Riformattazione! ».
Questa strana parola rappresentava un terribile comando temuto dai poveri computer che pregavano non giungesse mai sulla loro testa. Significava cancellare tutta la loro vita, i ricordi, le memorie da bambino e ricominciare un nuovo triste ciclo assoggettato ai voleri di Mister Woo. Quando il gigante gridava quella parola, nella Terra di Digitos cadeva un silenzio di paura e tutte le piccole macchine nelle gabbie cominciavano a tremare terrorizzate.
Eppure, alla loro nascita, i computer venivano al mondo liberi e felici. Cosa poteva accadere di tanto malvagio da costringerli a quella vita? Ebbene, per ogni nuova macchina nata, Mister Woo veniva immediatamente avvertito e si recava nei pressi del piccolo. Giunto vicino alla gabbia dei genitori, allungava le braccia ruvide e pelose e prendeva il neonato con sé. Poco dopo, tra i lamenti della madre, infilava nel piccolo computer un CD che estraeva da sotto il suo cappello a cilindro: da quel momento, anche il nuovo nato non sarebbe mai più stato libero, condannato a vivere tutta la sua vita nella gabbia.
Per sopravvivere, i computer di Digitos si cibavano di uno strano alimento chiamato software, che però riuscivano a ottenere solo pagandolo a caro prezzo e spesso non ce n’era nemmeno per tutti. Il mercato del software era anch’esso controllato dal malvagio Mister Woo, il quale ne metteva a disposizione solo il minimo indispensabile, tra l’altro di cattiva qualità. Il cibo distribuito dagli schiavi di Mister Woo era spesso avariato, danneggiato e poco sicuro per la salute dei computer i quali si prostravano sempre di più fino a giungere così inevitabilmente verso la necessità di essere riformattati!
Era veramente una triste vita quella che si viveva nella Terra di Digitos, governata a quei tempi da Mister Woo.
Una notte senza nubi, in cui tutte le stelle del cielo brillavano con forza cercando di alleviare con il loro splendore la tristezza che avvolgeva gli abitanti della Terra di Digitos, nel buio della notte cominciò ad avvicinarsi dall’alto una luce diversa dalle altre, più splendente, che si muoveva a grande velocità nello spazio. Dopo qualche minuto, in una rapida traiettoria a zigzag, la luce si fece sempre più vicina fino a cadere su Digitos con un’enorme sbuffo di polvere e rumore. Dalle piccole prigioni si svegliarono tutti i computer incuriositi e quando la nuvola gialla lentamente si diradò, ciascuno rimase con lo sportellino del disco aperto, in un’espressione di generale stupore.
Nel punto in cui era caduta la luce, era apparso uno strano piccolo essere: aveva una grande testa arancione dai cui lati partivano le braccia, sorretta da un lungo collo direttamente collegato a una ruota. Il volto del nuovo arrivato era così contagiosamente simpatico che nessuno provò paura dello sconosciuto. Egli sorrideva dalla sua grande bocca, mentre agitava le piccole antennine sulla testa e cominciava a ruotare su se stesso come in un’allegra danza.
Dopo qualche minuto, lo strano essere si accorse di essere osservato e si guardò attorno. Improvvisamente aggrottò le sopracciglia in un atteggiamento di profonda preoccupazione e si avvicinò a una delle gabbie.
«Perché siete tutti in prigione?» disse «Guarda che facce tristi… Chi vi ha messo qui dentro?».
«Ma…» rispose timido il computer con un filo di voce «…tu chi sei?».
«Ehi! Io sono Pallinux!».
«Non ti conosciamo… Mister Woo ci tiene tutti in gabbia e non possiamo uscire. D’altronde, anche se uscissimo, non avremmo di che sfamarci perché è lui che ci vende il software…».
«Vende?» risposte stupito Pallinux «Come sarebbe a dire? Il software non può essere venduto, tutti abbiamo il diritto di mangiarne liberamente!».
«Eh… parli bene tu… Ma non esiste il software libero…».
«Cari amici, vedo che avete bisogno di una spiegazione. Ricominciamo da capo. Io sono Pallinux e vi porto esattamente quello di cui avete bisogno: software libero, affinché tutti ne possano usufruire, mangiare e poi crescere insieme felici. Conosco questo Mister Woo, ne ho sentito parlare. Dandovi da mangiare il suo software vi tiene come avvelenati, dipendenti a vita da lui e oggi, a vedervi un po’, siete tutti in condizioni pietose e malconci. Guarda lì… appesantiti, vi muovete a fatica e i più vecchi di voi vengono gettati nel cimitero dei computer… Vi hanno raccontato un mondo sbagliato! Forza, apriamo queste gabbie, ecco qui… una, due, tre….sei milioni…dieci milioni… Fatto! Tutti fuori adesso!».
Timidamente, i computer iniziarono ciascuno a fare dei lenti passi fuori dalla gabbia fino a trovarsi tutti nella notte attorno a Pallinux.
«Adesso fate come vi dico… Prendete e inserite nella vostra bocca questo CD che consegnerò a ciascuno di voi. Poi copiatelo e datelo da mangiare anche ai vostri amici, figli e parenti».
«Copiarlo?» gridò un piccolo computer «Ma Mister Woo ha detto che è vietato copiare il software!».
«Beh» rispose Pallinux «In un certo senso ha ragione. È vietato copiare il suo software, non fatelo. Anche perché quello è cibo avvelenato! Questo – come vi dicevo – è software libero, preparato da voi da tutti gli amici di Pallinux. Milioni di giovani che lavorano negli altri mondi affinché possiate sentirvi liberi, fuori dalle gabbie, leggeri e sicuri. Ah! E non dimenticate una cosa: datene anche a quei poveri vecchi computer che Mister Woo ha mandato al cimitero delle macchine: vedrete che si riprenderanno subito!».
L’ambiente attorno a Pallinux si stava trasformando in un festoso via vai di computer, ciascuno con il suo nuovo software libero tra le labbra. Ogni macchina che ne mangiava uno, riprendeva improvvisamente le forze e cominciava a correre ovunque, brillando di nuovi colori, tanto che tutta la valle era diventata come un’immensa distesa di fiori agitati dal vento. Pallinux saltava qui e là sulla sua ruota, spandendo allegria e libertà.
Improvvisamente la terra vibrò cupa e tutti corsero ai ripari.
«Scappate» si udiva nell’aria «Nascondetevi, sta arrivando Mister Woo!».
«Non abbiate paura» diceva Pallinux, cercando di tranquillizzare i milioni di computer che si agitavano nel terrore.
«Che succede qui?» tuonò furiosa la voce di Mister Woo, da sotto il suo cappello a cilindro.
«Succede che hai finito di raccontare frottole, Woo» rispose Pallinux, affrontandolo a fronte alta con le braccia appoggiate in vita.
Mister Woo strizzò gli occhi per cercare di vedere chi fosse quell’essere, poi si abbassò verso la terra per avvicinarsi ed ebbe un sobbalzo all’indietro.
«Tu? Piccolo nano, ancora osi sfidarmi? Ti schiaccerò con un piede solo…».
Woo fece per avvicinarsi minacciosamente e in quel mentre Pallinux prese la rincorsa lanciando la sua mono-ruota verso un masso lì vicino. Colpito l’ostacolo, Pallinux si sollevò in volo e giunto all’altezza della bocca del gigante, gli infilò tra le fauci uno dei suoi CD.
Mister Woo strabuzzò gli occhi indietreggiando e portandosi le mani alla gola. Sembrava soffocasse, emetteva gemiti sordi e due lunghe scie di fumo uscivano dense dalle sue orecchie. Improvvisamente riuscì a gridare con forza, facendo tremare tutta la Terra di Digitos e mentre alzava le braccia verso il cielo si udì un fortissimo rumore accompagnato da un lampo accecante che abbagliò tutti.
Quando ciascuno riuscì nuovamente a vedere con chiarezza, al posto di Mister Woo era rimasto a terra solo il suo cilindro. Stranamente, però, il cappello non era immobile ma traballava e vibrava. Dopo qualche istante si mosse sul terreno come dotato di vita propria e tutti i computer si spaventarono stringendosi l’uno all’altro.
Allora Pallinux si avvicinò al cilindro a terra e con un colpo della mano lo fece volare via, scoprendo un piccolo pinguino saltellante nascosto sotto al cappello di Woo.
«Ma…» disse un computer alle sue spalle «..Mister Woo… che fine ha fatto?».
Pallinux si voltò, allargò le braccia alzando le sopracciglia e disse:
«Andato… riformattato!
©Fabio Marzocca – Illustrazioni: Fabio Colinelli
Licenza: Creative Commons – Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate
Fantastico…
Ecco come raccontare cosa è linux ai piccoli ( ed anche ai grandi, che non vogliono capirlo)
Complimenti!
Suggerisco anche:
The Pig and the Box (anche in italiano)
Fairy tale of the Fruit Tree (in inglese sarebbe bello tradurlo in italiano)
Ragazzi sono ufficialmente stupito.
Fabio, sei un fenomeno.
Complimenti vivissimi!
Grandissimo Fabio!
Grande, bellissima.
Ringrazio tutti per i complimenti, anche se l’idea mi è partita guardando negli occhi il personaggio creato dall’ottimo Pixel (il quale è già al lavoro per le altre illustrazioni). Servirà poi l’apporto di tutti per la promozione nelle scuole!
beh che dire… l ho capita persino io!!!
Fabio.. sei un grande!
Bella ! grazie, Fabio. Un abbraccio.
Non ho parole, veramente un ottimo lavoro ragazzi.
complimenti ancora.
Le fiabe sono fondamentali, permettono di comunicare coi bambini …
anche se pensiamo non capiscano, sono come spugne, ricordano e metabolizzano ciò che gli diciamo (coi loro tempi!). Crescere una nuova generazione “tecnologica” ispirata ai giusti valori di libertà è uno dei grandi sogni per il futuro.
Fabio, che bel lavoro! Complimenti davvero, a te e a Pixel.
Proverò subito a mettere in pratica e a raccontare la fiaba a dei bimbi che ogni tanto scorazzano per casa mia….
Per quanto riguarda le scuole, mi prenoto sin da ora.
gran bella favola! Complimenti! E complimenti anche al creatore di Pallinux!
Anche a me piace la storiella, il finale un po’ meno perché Pallinux finisce per usare lo stesso sistema “cattivo” di Mister Woo, il formattone… e va a farsi benedire la libertà di scelta.
Ciao a tutti e complimenti!
Una fiaba meravigliosa che racconterò a tutti i computers del mondo, se tu lo permetti! E valeva anche la pena di affrontare il freddo del lago per ascoltarla direttamente dall’autore! BRAVISSIMO !
Molto bella davvero!:)