Software libero? Cominciamo dai formati aperti
Anche se i formati aperti sono implementabili da ogni tipo di software (proprietario o libero), sicuramente il software libero GPL impiega solo formati aperti e tra questi OpenDocument, approvato come ISO Standard 26300.
A livello mondiale, l’interesse suscitato da OpenDocument è stato enorme. Negli USA, numerosi Stati stanno annunciando l’utilizzo di questo standard, così come pure il governo Norvegese e i dipartimenti della Comunità Europea, senza parlare della massiccia adozione da parte delle amministrazioni locali (gendarmeria Francese, Municipio di Vienna, Monaco, Haarlem, etc). In Italia, nonostante un D.Lgs del 2003 ne raccomandi l’uso nella Pubblica Amministrazione, sembra che solo alcuni enti territoriali lo stiano pienamente adottando (lodevole, ad esempio, il caso del Comune e della Provincia di Genova).
Con questo documento, la Comunità Europea ne raccomanda l’adozione da parte degli Stati membri.
Attraverso la scelta del formato OpenDocument si ottiene la fondamentale garanzia della durabilità del documento. Con il passare degli anni, infatti, lo standard approvato dall’ISO consentirà comunque sempre la completa leggibilità e interoperabilità del documento.
Un rapporto del Gartner Group dello scorso anno dichiara che entro il 2010 metà degli enti pubblici a livello mondiale potrebbe richiedere OpenDocument, e raccomanda esplicitamente a utenti e amministratori di sistema la sua adozione.
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